Quando si decide di avventurarsi verso la zona dell’Alto Sangro, soprattutto se si parte dalla costa, il viaggio appare sempre lungo e tortuoso e in alcuni casi potrebbe scoraggiare un avventore dell’ultimo minuto… ma chiaramente non è così per noi, che abbiamo le idee molto chiare: raggiungere Barrea!
Una distanza un po’ più lunga del solito ha anche i suoi vantaggi: non per ultimo quello di scegliere delle tappe intermedie con cui intervallare il percorso. Inizieremo dunque il nostro viaggio virtuale proprio cogliendo a pieno questa opportunità!
Non sono tantissime le strade che portano a Barrea; io ne ho identificate un paio: la prima invita a costeggiare la Riserva Naturale Regionale delle Gole del Sagittario e a passare per Scanno, immergendosi in un paesaggio mistico e sensuale, fatto di dolci curve, poetici scorci sui laghi, veri e propri presepi naturali (come il borgo di Scanno, per l’appunto), gallerie scavate nella roccia come se il tempo le avesse scavate per noi… Semplicemente fantastico.
Come seconda opzione, si può percorrere la strada che porta a Popoli, Cocullo, Pescasseroli, Opi; posti in cui consiglio almeno una sosta per sgranchire le gambe e per visitare i borghi (che in realtà avrebbero bisogno di un viaggio a parte… ma che in questa occasione saranno piccole perle sul vostro percorso).
Qualsiasi strada sceglierete, sono sicuro che arriverete a Barrea già sazi di paesaggi e credo anche di buon cibo genuino.
Quando le curve finali si fanno un po’ più impegnative, è segno che stiamo arrivando ad una certa altitudine e nei pressi del centro storico. Avremo già avuto modo di costeggiare il grande lago artificiale di Barrea (creato intorno agli anni ‘50); giungeremo così nei pressi di un parcheggio che invita a lasciare la macchina ed entrare subito nel vivo del borgo, delle sue viuzze inerpicate, dei suoi scorci pittoreschi.
A poco più di 1000 metri di altitudine, arroccato su uno sperone roccioso, incastonato tra l’Alto Sangro e l’Altopiano delle Cinque Miglia, Barrea sembra il custode naturale del lago che sovrasta; di certo è uno dei centri più caratteristici del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Appena entriamo in paese, tra i tortuosi e romantici vicoli, notiamo la presenza di una Torre Rotonda e di una Torre Quadrata.
Assalito da una immediata sensazione di pace, colmo di silenzi e libertà, ho iniziato subito a rubare qualche scatto fotografico. Passeggiando speditamente tra i vicoli intrecciati a piccole piazze, sostando di tanto in tanto su una panchina o affacciandomi a strapiombo sulle discese ripide del borgo, faccio tutto il giro del piccolo ma suggestivo centro storico.
Noto subito la presenza di pochissimi ristoranti, giusto un paio, che poi scoprirò essere di elevata qualità. Torno al punto di partenza e finalmente incontro il mio amico Marco, titolare di un noto campeggio della zona; subito vengo rapito dalla sua calma, dalla tranquillità e dalla saggezza tipica di queste zone, ci accordiamo per il pernottamento e soprattutto per la cena.
Come è mia abitudine, mi informo su quali siano i piatti tipici della zona e ne scopro un paio da non sottovalutare: l’orapo, uno spinacio selvatico che cresce principalmente nei campi adibiti al pascolo, e la muscischia, carne di pecora essiccata, un tipico alimento dei pastori della zona.
Decidiamo, per il giorno seguente, di cimentarci in uno dei tanti sport che possiamo praticare in questa zona, il trekking, e scegliamo uno dei tanti percorsi che ci vengono proposti; la nostra escursione ci porterà in direzione della sorgente Valle Iannanghera, un percorso stupendo all’ombra del bosco, adatto anche ai bimbi più piccoli ove, una volta arrivati, ci si può riposare sulle sponde del torrente e rinfrescarsi con un’acqua unica, gelida e cristallina, direttamente dalla sua sorgente.
Oltre al lago di Barrea, dove potrete praticare sport come la vela, il canottaggio o semplicemente fare una nuotata o una gita in pedalò, è consigliata una visita anche al lago Vivo, al lago Pantaniello e al rifugio Resuni: meglio alle luci dell’alba o del tramonto e, se possibile, meglio evitare i giorni festivi, così da avere l’opportunità unica di respirare, nel silenzio assoluto e nella pace della natura, l’aria fresca del lago e magari incontrare un compagno d’avventura d’eccezione: un cervo intento a brucare il suo ramoscello.
È sera e ormai è tutto spento. Il lago dorme, il borgo è fievolmente illuminato dalle sue luci color zafferano. Decidiamo di fare un ultimo giro in centro per scrutarlo con aria diversa, più matura: il castello, le fontane ed un vecchierello intento a rientrare in casa che, con la sua lenta ma decisa camminata, scandisce gli ultimi istanti di questa notte nella Vallis Regia.
Francesco Guerrieri | Explore Abruzzo