Ci sono giorni in cui, assalito dalla stanchezza e dal caos quotidiano, vorresti fuggire da tutto e tutti e rifugiarti in un luogo tranquillo e silenzioso, ove incontrare al massimo un’anziana signora con cui scambiare due chiacchiere e confrontarti su piccole pagine di vita quotidiana. È proprio quello che talvolta succede a me ed è questo il motivo per cui oggi vi porto a visitare il borgo di Castelbasso.

Ci troviamo nel comune di Castellalto, in provincia di Teramo, su una collina che, facendosi spazio tra le altre, sovrasta la vallata del Vomano, guardando da un lato il Gran Sasso e dall’altro il mare Adriatico.

Avvicinandoci alla meta, si scorgono sul colle le antiche mura. Si arriva direttamente ai piedi dell’antico castello fortificato, si parcheggia e si ha subito accesso alla via principale che, inerpicandosi, si fa strada attraverso la prima porta di ingresso del borgo.

È d’estate che Castelbasso si anima e si accende di luci, di suoni, di atmosfere vibranti. Ma se visitate il borgo in un qualsiasi giorno di primavera o autunno – o ancor meglio d’inverno, quando lo troverete magicamente avvolto da una candida coltre bianca – sicuramente sentirete risuonare intorno a voi solo l’eco dei vostri passi. Crederete, forse con imbarazzo, di esser stati catapultati in un borgo fantasma; ma così non è. Vi basterà fare qualche passo in più, superare la prima salita verso la piazza centrale, per incontrare un paio dei pochi abitanti del paese, seduti su una panchina a godere dello scorrere del tempo.

Superata la prima piazzetta, scorgerete alla vostra destra la piccola chiesa di stile romanico dei Ss. Apostoli Pietro e Andrea, subito individuabile per i due leoni sporgenti sopra l’ingresso principale.

Se con un po’ di fortuna la troverete aperta, varcando l’ingresso, il silenzio che vi ha accompagnato per tutto il borgo si farà ancor più intenso. Anche l’aria vi parrà immobile: pochi passi nella navata principale e noterete i notevoli reliquari in legno e la scultura della Madonna col Bambino, oltre agli altari decorati. Ancora qualche minuto per immergersi totalmente nello spirito della suggestiva chiesa e si torna a camminare per i tortuosi vicoli e le accoglienti piazzette del borgo.

È facile intuire che Castelbasso ha dalla sua l’amore dei suoi abitanti e di chi ha deciso di investire nel borgo, per preservarne la magia e alimentarne la conoscenza, puntando sulla conservazione e sulla valorizzazione. Quasi tutto appare in perfetto ordine, anche i vasi dei fiori sembrano disposti secondo una geometria ben studiata; le case sono sobrie, ben curate e in alcuni casi ben restaurate. Non c’è dissonanza tra le mura dell’antico caseggiato, l’armonia regna sovrana.

La nostra passeggiata continua e superato un ristorante, dove di certo sosteremo per rifocillarci, arriviamo di fronte l’ingresso del palazzo della fondazione Malvina Menegaz ( www.fondazionemenegaz.it ) nata con l’obiettivo della “specializzazione territoriale” del borgo medievale attraverso il sapere intellettuale, favorendo l’incontro di persone e di idee, il confronto tra le arti, il dialogo tra le culture, le occasioni di conoscenza delle espressioni attuali del pensiero e del sapere. Vi consiglio di visionare il calendario delle mostre e il programma degli eventi, che di solito si tengono nel periodo estivo (tra Luglio ed Agosto).

Concludiamo il nostro vagabondare per i vicoli del borgo giungendo all’ammaliante belvedere: un terrazzo che abbraccia tutta la vallata del Vomano e le colline circostanti. La vista mozzafiato ci porta ancor di più a viaggiare con la mente lasciando ritemprare il corpo, affacciandoci alla splendida balconata.

Arte, storia, cultura, passato e presente a Castelbasso trovano un equilibrio unico e forse raro.

 

Francesco Guerrieri | Explore Abruzzo

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