Continua il nostro vagabondaggio nelle vallate del teramano. Oggi ci fermeremo poco prima di Guardia Vomano (nel comune di Notaresco) e precisamente presso l’Abbazia di San Clemente al Vomano.
In realtà non è una meta casuale, ma organizzata a tavolino con l’intento di visitare l’intera abbazia e confrontarci con lo storico Antonio Gumina.
Telefono, con una settimana di anticipo, al sig. Antonio per prendere un appuntamento. Lui mi risponde, col suo accento siciliano: un uomo dalla voce cupa ma importante. Gli chiedo se c’è la possibilità di prendere un appuntamento per visitare l’Abbazia: un istante di silenzio, si sentono altre voci (forse la moglie, preoccupata per la situazione Covid) e subito dopo, con ferma decisione, fissiamo l’incontro.
Giunti al giorno dell’appuntamento, mi presento con qualche minuto di anticipo, intento a rubare qualche scatto prima di entrare; tempestivo ed orgoglioso arriva il sig. Antonio: uno sguardo d’intesa e ci capiamo. Finalmente entriamo in chiesa!
Conoscevo già l’Abbazia, scenario di matrimoni, eventi e visite guidate, ma sono subito travolto da Antonio che, superato un primo momento di imbarazzo, mi invita a conoscere aspetti, momenti e cenni storici degli affreschi presenti sulle mura interne.
Sono totalmente colpito dal fascino della chiesa, a prima vista semplice, pulito, essenziale ma che immediatamente, dopo alcuni cenni storici, diventa complessa, piena, matura.
Come dice Antonio, “prima di presentarvi l’Abbazia di San Clemente al Vomano, è necessario evidenziare due aspetti storici significativi: l’affermarsi del monachesimo benedettino e la nascita della feudalità ecclesiastica”: pare infatti che la nascita e le sorti di questa Abbazia siano strettamente legati all’Abbazia di Casauria (vi riporto qui il link del sito ufficiale http://www.sanclementealvomano.it/ per le informazioni storiche).
Proseguo il mio viaggio all’interno dell’Abbazia, a volte al seguito di Antonio, altre isolato nell’intento di fotografare qualche particolare, come spesso mi accade in queste situazioni; inizio subito a pentirmi di avere poco tempo a disposizione e immagino già una seconda visita per migliorare la mia produzione fotografica.
Subito, appena entrati, si rimane affascinati dalla prospettiva creata delle colonne centrali, i cui capitelli, uno differente dall’altro, la fanno da padroni.
I monaci benedettini in particolare amavano costruire le loro chiese abbaziali sulle rovine di antichi templi pagani ed anche l’Abbazia del Vomano potrebbe non fare eccezione; questo potrebbe spiegare anche i differenti materiali utilizzati.
Inizio il mio viaggio fotografico attraverso gli affreschi principali: la “Madonna con bambino”, “L’Edicola”, la “Natività” per poi arrivare di fronte ai due che più mi hanno colpito: l’“Ecce Homo” e il “Trionfo della Morte”, espressione tipica dell’arte popolare.
Prima di proseguire il nostro itinerario, Antonio mi invita ad uscire di nuovo per ammirare la facciata principale, impreziosita da un portale in pietra bianca della Maiella.
Torniamo all’interno e prima di scendere nella cripta, ci soffermiamo qualche istante ad ammirare il Ciborio, capolavoro assoluto dell’arte romanica in Abruzzo, e l’Altare, molto particolareggiato e di fine fattura, sia per gli elementi decorativi che per il marmo utilizzato.
Spicca la statua di San Clemente, una scultura lignea di soggetto sacro (metodo largamente diffuso in Abruzzo a cavallo tra i secoli XII e XIV).
La cripta sfrutta il dislivello naturale del terreno ed è a tratti mistica ed inquietante, un importante spazio vuoto a forma semicircolare illuminato da una feritoia che, in orari particolari del giorno, la illumina completamente.
Tornati in superficie, veniamo colpiti dalle absidi esterne da dove è possibile, voltando lo sguardo a sud, ammirare un fantastico colpo d’occhio su gran parte della vallata del Vomano.
Uscendo dall’Abbazia e passando per il piccolo cimitero a cui è collegata, saluto Antonio, ringraziandolo per la sua disponibilità e per la sua vocazione storico/culturale.
Torno in macchina, arricchito interiormente e consapevole che la conoscenza e la cultura aumentano in proporzione alla consapevolezza dei nostri limiti e, con essi, alla nostra umiltà.
Francesco Guerrieri | Explore Abruzzo